martedì 1 aprile 2014

Le tasse servono per pagare i servizi?

Uno degli assiomi più in voga in questi ultimi tempi è che le tasse servano a pagare i servizi. Ciò legittimerebbe l'utilità per la collettività della tassazione e la dannosità sociale di condotte quali l'evasione o la elusione fiscale. Addirittura l'evasione fiscale sarebbe oggi la causa prima di tutti i nostri mali economici e delle difficoltà dello Stato di offrire degni servizi alla popolazione.
Si dice che nel mondo nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Come con il ciclo dell'acqua per esempio. Questa evapora, si condensa nelle nubi per poi riversarsi nuovamente sotto forma di pioggia per essere nuovamente utilizzata.
Probabilmente la maggioranza delle persone ritiene che il danaro moderno lavori in un circuito chiuso come quello dell'acqua: il danaro viene guadagnato, tassato, poi speso, e tassato nuovamente, per poi riversarsi magicamente a cascata sulla collettività sotto forma di servizi alla popolazione o di opere pubbliche. In tal senso l'evasore fiscale, parassita della società, toglierebbe linfa vitale agli altri concittadini che subiscono gli effetti perversi di tale condotta con l'aumentare del carico fiscale, dovendo lavorare anche per chi non paga le tasse.
Ahimè non funziona così. Ed è talmente grande l'imbroglio che la maggioranza stenta a crederlo, preferendo pensare che l'economia moderna funzioni in un circuito chiuso.
Comprendere che il danaro nasce dal debito di qualcun altro e che, quindi, ad ogni euro in circolazione corrisponde un equivalente debito con interessi è di fondamentale importanza, ogni giorno più importante.
Se tutto il danaro nasce dal debito, come è possibile ripagarlo?
Semplice: con altro debito. La stragrande, se non totale, componente delle tasse serve per ripagare un debito inestinguibile ed i servizi vengono erogati contraendo  nuovo debito.
Le tasse servono per ripagare gli usurai di Stato che creano danaro a costo nullo e lo richiedono indietro al loro valore nominale. Una sorta di Parassita Energetico.
Alla pari del famoso "peccato originale", siamo nati debitori di un "debito originale" inestinguibile e pertanto siamo stati condannati alla schiavitù monetaria perpetua. A meno che non ci assumiamo la Responsabilità delle nostre esistenze individuali e sociali. Non è un percorso facile, ma non credo sia "facile" per molti vivere oggi in questa società nel modo in cui siamo stati abituati.
Arnaldo Spicacci Minervini Aprile 2014 

2 commenti:

  1. Troppo bello il "debito originale". Facciamoci forza, prima o poi qualcosa cambierà, speriamo!

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  2. Si, rende bene l'idea. Non accadrà nulla "dall'alto". Il cambiamento deve essere spinto "dal basso".....

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